a metà della vita
a metà della vita a mezzo
d’una primavera poetica
la follia vuole metodo l’amore prudenza
distrattamente
vivendo in quest’isola beata
dove il clamore dei feriti la strage
dei meccanismi bei mi’ soldi non sono
che brontolii tradotti da una lingua
nell’altra
e presagi cattivi ma non bene
interpretati nell’attesa mia cara
distrattamente in cari sogni
lasciando andare questi giorni
inascoltati con la vita all’osso
segretamente vivi a vera gioia
di minuti piaceri di minori
mali mia cara nell’attesa
che i salvatori presentino il conto
sarò il tuo bambolotto morbido e
pensante
e l’omarino tuo divertente
innaffierò la vita come le piante
forte coi deboli con i forti prudente
sarò il tuo paravento
bisognasse mentire ove i destini
si mercanteggiano svenevolmente
aspirando
profumi incensi fiori a vagoni turiboli
e melodie al cui fondo il campanello
predomina
ma al colmo della confusione la tosse
tacita il morto cono della luce disperde
l’indaffarato gregge ai suoi cubicoli
e andiamo fuori appena
sfiorati da quest’alito
umido e freddo la peggiore
mistura d’elementi a metà
della vita mia cara
a mezzo d’una via
perché non parli parla mi coprirò di
ridicolo
così mi metteranno in galera
a mezzo d’una via desolata di lampade
dove subito sebbene
distratto mi colpì
la lentezza dei volti in movimento
e la severità soprattutto
la cognizione del bene
e disperatamente
cercavamo di vendere qualcosa
alla porta d’un limbo domenicale
ma la tendenza naturale
delle cose è verso il silenzio
e la logica delle cose prevale