Egloga


Pastore non di pecore pescatore

Non d’uomini sulla riva del fiume

Che navicelle scendono dipinte

Imbandierate d’amorosi cartigli

E ragazze portate dalle onde

In un bosco di spine più che di fronde

Conversando con ombre all’ombra

D’una pianta con radici profonde

Ho consumato il tempo senza riguardo

Arso al gelo dell’inverno

Le foglie cadute dei miei giorni

E vissi in vana attesa

D’ardere un giorno come la stoppa accesa

D’una candela una cera odorosa

Le parole delle scritture

Che sono cera e miele per natura

Ora di me medesimo sorrido

Aprendo gli occhi in questo tempo più duro

Se non ne ho avute che di rado da spendere

In qualche avanzo di conversazione

Con loro i soli veri presenti

Di cui siamo una pallida imitazione

Così passando sulla schiuma

Che poco a poco dall’onda ritorna

A coprire la riva e si consuma

Vado controcorrente alla deriva

Un giorno dopo l’altro pescatore

Non d’uomini non di pecore pastore

Per amore dolce preda del fiume