5/02/2024

Pietro G. Beltrami

Pietro G. Beltrami

Poesia di ventinove versi


Una poesia di ventinove versi,

messo alla porta l’ennesimo esattore di Dio,

non perché abbia nulla contro il culto

né contro i suoi ministri,

ma sono tiepido con gli avventisti,

e ho qualcosa da dire sulla decima esatta

alla paura di morire,

perché se son finiti i buoni medici

non mi consolano i santoni,

né le tonache nere né le bianche

né le porpora né le arancione,

e in generale tutti quelli che vendono

cose buone, cose che durano,

che resistono all’insulto del tempo,

e se tutto ha il suo prezzo anche la pietà

dovrà essere spesa con cautela,

e non cade la verità dall’albero

stando col dito nella diga

mentre il flusso dei prestiti a ufo

inarginabile arricchisce

di qua i mercanti e di là non un povero che sia uno,

e penso anch’io talvolta di comprarmi una ciotola

e due ciabatte vecchie e di fare fortuna nel mondo

scopettando gli insetti dal mio cammino,

argilla senza fiato

divino,

che hai fatto sciagurato

della tua giovinezza: io?

una poesia di ventinove versi.

                             De caitivetz vers e de caitivetz sirventes fetz...

5/02/2024