Amico Marcabru, diciamo
d’amore un vers, che di cuore amo,
sì che quando ci separiamo
ne sia lontano il canto udito. 4
Ugo Catola, sì, facciamolo;
ma per falso amore reclamo:
da che il serpente abbassò il ramo
non furon tante ingannatrici. 8
Marcabru, non mi fa piacere
d’amor diciate altro che bene;
perciò vi provoco a tenzone,
che d’amore son figlio e allievo. 12
Catola, non senti ragione?
Sai che Amore tradì Sansone!
Voi credete, e gli altri bricconi,
tutto vero ciò che vi dice. 16
Marcabru, dicono gli autori
di Sansone il forte e sua moglie
che lei gli aveva il suo amore
tolto, quand’egli fu perduto. 20
Catola, perché ad un peggiore
lo diede, e lo tolse al migliore,
quel dì perdette il suo valore
che il suo fu per l’altro tradito. 24
Marcabru, se è come affermate,
che amore e inganno mescolate,
è l’elemosina peccato,
la cima verso la radice! 28
Catola, l’amore che dite
cambia copertamente i dadi:
dopo un buon lancio controllate!
– dicon Davide e Salomone. 32
Marcabruno, amore declina
perché trovò gioventù vile,
ed al cuore mi duole e affligge
che ne parliate tanto male. 36
Catola, Ovidio ci persuade
e ci mostra punto per punto
che non sdegna bruno né biondo,
ma preferisce chi è più in basso. 40
Marcabru, mai, credo, t’amò
questo amore che hai tanto in odio,
e mai niente meno pregiò
di tali giullari allocchiti. 44
Catola, verso nulla un passo
fece, che non s’allontanasse,
e s’allontana ancora adesso,
e fin quando siate finito. 48
Marcabruno, se stanco e in doglia
la mia buona amica m’accoglie
con un bacio quando mi spoglio,
sono sano e salvo e guarito. 52
Catola, per amore al folle
dal torchio fuori dalla soglia
vanno gli averi, e poi gli ammicca
d'andar dietro agli altri scherniti. 56
Edita in Anticomoderno Uno. Convergenze testuali, Roma, Bagatto,
1995 (e già prima in Scritti per Roberto Antonelli in occasione dei suoi 50
anni, Roma Bagatto, 1992).
Testo: Aurelio Roncaglia, La tenzone tra Ugo Catola e Marcabruno,
in Linguistica e Filologia. Omaggio a Benvenuto Terracini, Milano, Il Sag-
giatore, 1968, pp. 201-54.
Il testo è databile, secondo Roncaglia, fra il 1133 e il 1137, più
vicino al primo termine. È l’esempio più antico di una tenzone vera e
propria, cioè composta dai due che si nominano, una strofa per uno
alternatamente. Questo modo di comporre insieme presuppone collaborazione
e solidarietà, al di là dell’opposizione delle tesi sostenute dai contendenti,
senza la quale la tenzone stessa non potrebbe esistere.
Nella traduzione uso liberamente, per ragioni metriche, sia la forma
provenzale Marcabru, sia quella italiana Marcabruno, che preferisco perché
tradizionale da noi.
L’ultima strofa suona così nel testo di Roncaglia:
Catola, per amor deu truoill 53
tressaill l’avers al fol lo suoill,
e puois mostra la via a l’uoill
aprop los autres escharnitz. 56
Intendo: «Catola, a causa di Amore i beni del folle (o dello stolto), usciti dal torchio
(come strizzati in un torchio dall'amante venale), escono dalla soglia (se ne vanno,
sono perduti), e poi (Amore) gli (al folle) mostra, facendo cenno con l'occhio, la via
sulla quale seguire gli altri che sono stati ugualmente ingannati».
dal secchio [suoill] ogni sostanza, e poi con l’occhio [amore] indica la strada dietro
agli altri scherniti». Lo stesso testo (con una virgola alla fine del v. 53) è tradotto da
Gaunt (Marcabru. A Critical Edition, by Simon Gaunt, Ruth Harvey and Linda Paterson,
Cambridge, Brewer, 2000): « Catola, for the love of strife [truoill, significato attestato,
derivato da quello di ‘torchio’, ‘pressione’], the fool’s money leaps over the threshold
[suoill], and then it will show the way to go after the other idiots».
La bibliografia degli studi su questa strofa tormentata (che ho tradotto anche
diversamente, in passato) si ricava dalle due edizioni citate.
Roncaglia traduce: «Catola, per amore sotto il torchio [truoill] fuoriesce [tressaill]