Prologo in cielo


Il piacere di vivere s’alimenta

di linfe che risalgono la corrente

per vie nascoste, fili

di ragno più sottili d’un capello,

un’arpa fragile e lucente

che ad un lieve respiro, a un trillo

mattutino d’un figlio di natura

risuona impercettibile ma sicura.

 

Anche tu per esempio se si muove

aprile appena, ti si veste

d’una luce segreta il volto, dove

mi scrive un segno della sua arcana scienza

col dito intinto nella sua bevanda celeste

il divino calligrafo con pazienza.