Poesia costata 15 euro   (Al largo di Lesbo, 10)

               Letterina a Carlo Pulsoni su tema di Umberto Bossi,

              che l’11 novembre 2003 disse a Tele Padania:

             «Dai buchi neri della povertà emerge una monta­gna di persone»,

              rendendosi conto di parlare in endecasillabi tanto quanto
         Monsieur Jourdain si rendeva conto di parlare in prosa

 

E se s’è fatta due risate poi

Con un’amica buon per lei se le ha detto

‘Funziona sempre quella del trapianto di fegato

E dei dieci anni in lista d’attesa’ che ne so

Se si vive dieci anni con il fegato

Da buttare e s’inseguono due professori

Di ritorno da cena su per un vicolo

Di Perugia sfogliando il raccoglitore

Con tutti i mali in fila in buste di plastica

Buon per lei se le ha detto ‘quindici euro

Ben guadagnati’ che ne so se è un titolo

Sufficiente ad un povero esser povero

O se deve allegare anche qualche merito

Se dev’essere stato il suo paese

Liberato con il ferro e col fuoco

Dal tiranno che dove era impossibile

Vivere vivere è diventato impossibile

O che ha inghiottito il mare i figli piccoli

O che al paese costruisce una casa

Ma si cerca da vivere sul semaforo

Dell’Osmannoro sotto il Novotel

Che una volta lo caccia al freddo il sindaco

Di Sesto un’altra il fuoco così perde tutto

Che ne so fino a quando si potrà andare

Oltre in fuga da tanta disperazione

Con così poca spesa quando dice il politico

‘Dai buchi neri della povertà

Emerge una montagna di persone’

È perciò caro Pulsoni

Che sebbene mi sentissi ridicolo

Non mi sono perduto quest’occasione