Psychomachia


Leva di qua una voce, di là un volto

la spugna del silenzio misericorde,

in un punto del tempo senza misura

dove è ormai vano vivere di brividi.

 

Scavi sotto la cenere con una dura

punta, spezzi la brace che ancora fuma.

Tutto ciò che è composto si frantuma,

quand’è il suo tempo, per natura.

 

Dove saremmo senza la paura

della morte?

                         Risuona un poco la corda

che non so a che ci appende, poi s’aggroviglia.

 

La vita che pareva cosa inutile

come perfidamente ora s’impiglia

nella scabra dolcezza del tuo sguardo.