Poesia del Presidente

Il Presidente non la riconosce

Nemmeno più quando la vede nemmeno

Filosofia capirebbe chi è

Se lo venisse a visitare in lacrime

Figurarsi sua moglie con il pi

E con il theta in bella vista sul petto

E tutte le figure del creato

Significate roteanti sull’abito

E il Sole in corsa lungo lo Zodiaco

Da cui l’influsso delle stelle si scontra

Con il libero arbitrio che ne può

Sapere

 

Inutilmente gli direbbe in lacrime

Dei soli beni che davvero puoi

Dire tuoi



Non amo spiegare le mie poesie, ma di questa gli amici mi hanno detto che è oscura. Il Presidente è Ronald Reagan: avevo letto in un settimanale dei suoi ultimi anni col morbo di Alzheimer, e con la moglie Nancy che lo assisteva, alla fine non più riconosciuta. Filosofia è quella che viene a parlare con Boezio nella Consolazione della Filosofia, ma qui è descritta e piange come Natura nel Pianto della Natura di Alano di Lilla, che a Boezio si ispira. È un concetto comune dei filosofi antichi, che qui però riprendo da un discorso di Ragione nel Roman de la Rose, che i soli beni che si possono dire propri, perché non si possono perdere quando le cose vanno male, siano quelli dell’interiorità, ma si vede che fine facciano anch’essi quando i neuroni cominciano a degenerare.