Bertran de Born, Puois als baros enoia et lor pesa
Poiché i baroni son scontenti e offesi
di questa pace che han fatto i due re,
farò canzone che una volta appresa
non si vedrà più l’ora di combattere:
e d’un re che stia in pace non mi va 5
spossessato perdendo ciò che è suo,
finché non prenda quello che rivendica.
A entrambi a dar del vile ora s’è preso,
che i patti fatti entrambi li avviliscono.
Cinque ducati son del re francese, 10
ed a contarli ne mancano tre,
e di Gisors perde il censo e la rendita,
ed il Quercy resta di qua in disordine,
e Bretagna, e la terra d’Angoulême.
Non dà certo una pace più valore 15
come questa né altra da lucrare,
né soffrir deve che lo si depauperi,
perché Issoudun s’è ripreso per sé
il re Enrico e l’ha messo in suo potere,
e non credo suo uomo si dichiari 20
se dell’Angiò gli porta via una tesa.
Se il re inglese ha donato con larghezza
al re Filippo, è giusto lo ringrazi,
che gli mandò tanta moneta inglese
che in Francia son le borse ora costose; 25
e non fu né del Maine né dell’Angiò,
ma di sterline il primo contingente
che sconfisse la gente campagnese.
Guerrico il biondo fece un bel discorso
quando vide il nipote assai temere: 30
senz’armi avrebbe trattato di corsa,
armato non ne volle più sapere,
e non parve il signore d’Orléans,
che senz’armi fu più duro a concedere
che quando l’elmo in capo si fu messo. 35
D’un re armato si dice che è un imbelle
quand’è in campo e si mette a patteggiare,
e con l’avidità han scambiato onore
Borgognoni, mi dicono, e Francesi:
ma più giovava, in fede che vi devo, 40
al re Filippo prendere a combattere
che quando armato in riva i patti chiese.
Va’ Papiol, diritto il sirventese
porterai oltre Crépy-en Valois
al mio Isembart nella terra d’Artois. 45
Digli che a tale donna io m’inchino
che può giurar sulla mia fede manibus
che al mondo è la migliore e più cortese.
Edizioni: Carl Appel, Die Lieder Bertrans von Born, Halle, Niemeyer,
1932; Gérard
Gouiran, L’amour et la guerre. L’oeuvre
de Bertran de Born, Aix-en-Provence, Université
de Provence, 1985.
Sirventese che può essere, secondo Gouiran, della fine del 1188.
Al v. 16 traduco utilizzando l’ipotesi di Frank riportata (ma non
accettata) da
Gouiran: logrei da un logreiar
‘lucrare’ (qu’om logrei ‘che si lucri’).