Bertran de Born, Rassa, mes si son primier


Rassa, primi sono andati

alla pace che han trattata

i signori e i masnadieri

e i baroni del paese;

se con voi sono passati,                             5

io che male ho meritato

che niente ho ricuperato?

 

Che mi lascian tutti indietro

dopo avermi messo in mezzo

i gentili ed i lanieri:                                 10

la mia terra han devastata,

messa a ferro e fuoco, ed ora

quelli del Colombier dicono

che se voglio me ne vendichi.

 

Fummo noi trenta guerrieri                     15

con la cappa sforacchiata,

chi signore chi a metà,

per amore di far guerra:

mai s’è un soldo guadagnato,

ma quand’è servito ai colpi                     20

le budella s’è prestato.

 

Saran ricchi ora i portieri

che la porta terran chiusa,

e sapranno i balestrieri

che è la pace nel paese;                         25

non saranno più pagati,

solo i cani ed i levrieri

saran cari al conte e amati.

 

Che falconi da gru, astori,

e tamburi in cuoio e corni,                       30

e bracchetti e poi levrieri,

archi con frecce barbate,

grandi giubbe foderate

e di Salisbury stivali,

questa è ormai la lor masnada.               35

 

Cercato ho da Montpellier

fin là oltre il mar salato:

non ci trovo un barone integro

che valore abbia compiuto,

che non sia in mezzo intaccato               40

o in un quarto non spezzato,

e non uno me ne piace.

 

Bella donna, a Dio vi chiedo,

tanto vi ho desiderata

che m’ha ucciso il desiderio,                   45

gentil donna celebrata.

Donna Tempra, la migliore

son contento mi nasconda

col suo messo ciò che dicono.

 

Papiol, vai senza deviare,                         50

non temere vento e gelo,

 

e va’ a dire al mio Rainier

che mi piace il suo valore.

 

 

    Edizioni: Carl Appel, Die Lieder Bertrans von Born, Halle, Niemeyer, 1932;

Gérard Gouiran, L’amour et la guerre. L’oeuvre de Bertran de Born, Aix-en-Provence,

Université de Provence, 1985.

    Al v. 10, i gentili e i lanieri sono due tipi di falconi, il primo di gran pregio, il

secondo da poco; per metafora, s’intendono qui ‘i buoni e i cattivi’, ‘tutti’.

    Al v. 21 «(anz als colps, quan ac mestier) / an lor coralha prestada», per

corelha o querela dei mss. (con varie grafie), è correzione felice di Thomas,

ripresa da Stimming nella sua terza edizione e ben argomentata da Kastner

(Appel preferisce non risolvere, lasciando puntini di sospensione); «ils ont

revendiqué lor part», cui giunge Gouiran sulla scorta di Levy, stampando

coreilla, non dà proprio senso nel contesto.

    Per ragioni metriche, diversamente da come sono stampati nelle edizioni, i

vv. 43-49 formano una strofa (come la stampava Thomas) e non due tornadas,

i vv. 50-53 due tornadas e non una (come ha notato Kastner).

    Il significato dei vv. 47-49 mi resta oscuro; la traduzione segue all’incirca

quanto ne ricavano Kastner e Gouiran, solo per non lasciare una lacuna (testo

di Appel, che lascia una lacuna al posto di Na Tempre o Tempres che si legge nei

mss.; non diversamente Gouiran, che invece inserisce il senhal):

 

Na Tempre, ·l genzer m’agrada,

que m’a per son messatgier

del mon la razo celada.