Giraut de Borneil, A penas sai comensar
Riesco a stento a incominciare
un vers che voglio
leggero,
e ci penso fin da ieri
di comporlo d’argomento
comprensibile alla gente,
che sia facile a cantare,
che lo faccio per piacere.
Lo saprei più astruso fare,
ma non ha un canto valore,
se non è per tutti, vero.
Spiaccia pure, io son contento
se il sonetto mio a gara
odo dire rauco e chiaro
e alla fonte odo portare.
Se vorrò chiuso inventare
non mi vedo molti pari,
ma mi serve ora davvero
far canzone più leggera,
perché è uguale la bravura,
credo, a bene argomentare
che a parole ingarbugliare.
A tutt’altro ho da pensare,
che amo una che non prego,
perché so che il mio amore
le è del tutto indifferente.
Che farò? Perché ardimento
di parlargliene mi coglie,
e paura me lo toglie.
Vorrei a lei mandarlo a dire,
se trovassi un messaggero,
ma se fo un ambasciatore,
che m’incolpi ho poi timore,
che non è saggio per niente
che si faccia altri parlare
di ciò che uno vuol celare.
Tanto mi sa dire il cuore
la beltà e l’alto valore,
che son dentro combattuto,
che non vado a spron battuto.
Poi mi prende uno spavento
che mi fa cambiare intento
e l’impulso fa abbassare.
Non la posso mai scordare,
tanto grande è il desiderio,
e odio più del mio nemico
colui che ad altro m’invita,
perché è là che è il mio pensiero,
né mi può più confortare
che a lasciarmi a lei pensare.
Mi è salvezza il suo pensiero:
vista lei, mai nulla amare
potei tanto, né aver caro.
Testo: Sämtliche Lieder des Trobadors Giraut de Bornelh, hrsg. von Adolf
Kolsen, Halle, Niemeyer, 1910-1935; cfr. anche Ruth Verity
Sharman, The cansos
and sirventes
of the Troubadour Giraut de Borneil: a Critical Edition, Cambridge,
University Press, 1989.
Canzone non databile.