Giraut de Borneil, Si.us quer conselh, bel' ami' Alamanda


Se chiedo aiuto, cara amica Alamanda,

non dite no, è infelice chi domanda,

che dalla vostra donna infida intendo

che non sono più affatto al suo comando,

e il suo dono mi leva e va negando.

Che consigliate?

Quasi il cuore di cruccio mi va in fiamme,

tanto ne son crucciato.

 

Per Dio, Giraut, certo così facendo

voler d’amante non si fa né difende;

se uno sbaglia, l’altro vada placando,

che la pena non cresca e non si spanda.

Se vi dice che un monte sia una landa,

e voi credetela,

e amate il bene e il male che comanda,

così sarete amato.

 

Contro orgoglio è per forza che m’aggrondo,

donzella, anche se siete bella e bionda.

Poca ira o gioia vi nuoce o asseconda,

ma non siete né prima né seconda!

E io che temo che il cruccio mi confonda,

che me ne dite?

Temo annegare e vado verso l’onda?

Male voi mi guidate!

 

Se chiedete una cosa tanto profonda,

per Dio, Giraut, non so cosa rispondervi;

ma se vi sembro di poco gioconda,

meglio peli io il mio prato che altri me lo tonda.

E se farvi far pace avevo in mente,

voi già cercate

come il favore vi tolga e vi nasconda:

questo pare vogliate!

 

Donzella, ormai non siate più ciarliera!

Se cento volte prima a mentire era,

credete accetterò sempre davvero?

Parrebbe lo facessi per miseria

d’un altro amore. Ora ho voglia di battervi,

se non tacete!

Miglior consiglio donna Berenghera

darebbe, che voi date.

 

Vedo il tempo, Giraut, che vi rimeriti

che la chiamate incostante e leggera;

credete che perciò pace vi chieda?

Non credo che sia tanto poco fiera;

ma sarà la sua ultima promessa,

checché diciate,

se si costringe di volervi offrire

tregua ed accordo e pace.

 

Bella, per Dio, non negatemi aiuto,

sapete come promesso m’è stato.

Se ho sbagliato per l’ira che ne ho avuto,

non mi nuoccia: sapeste come muta

cuore d’amante, e se mai avete amato,

pensate a fare

l’accordo: sono morto se l’ho perduta,

ma non glielo svelate!

 

Signor Giraut, la pace avrei voluto,

ma lei dice che la sua ira è giusta,

che pregate da folle, è risaputo,

una che non la vale né vestita né nuda.

Se non vi lascia, non avrà perduto,

se un’altra amate?

V’aiuterò, pur se l’ho sostenuta,

se mai più ci cascate.

 

Bella, per Dio, se ne siete creduta,

per me a lei promettete!

 

Io lo farò, ma se avrete riavuto

il suo amore, non ve lo ritogliete!

 

    Testo: Sämtliche Lieder des Trobadors Giraut de Bornelh, hrsg. von Adolf

Kolsen, Halle, Niemeyer, 1910-1935; cfr. anche Ruth Verity Sharman, The

cansos and sirventes of the Troubadour Giraut de Borneil: a Critical Edition,

Cambridge, University Press, 1989.

    Traduzione con numerose irregolarità metriche, e con punti da ripensare.

    Canzone dialogica, che alcuni hanno ritenuto una vera tenzone (fra Giraut

de Borneil e una trovatrice), che non è; cfr. nel mio libro in stampa Amori
cortesi, Scritti sui trovatori, Firenze, Edizioni del Galluzzo, alle pp. 385-386.