Giraut de Borneil, Un sonet fatz malvatz e bo
Faccio un’arietta bella e brutta,
ma il tema l’ignoro del tutto,
non so su chi, come, perché, 3
non so se ho in mente più alcunché,
e la farò, che non so farla,
la canti chi non sa cantarla. 6
Soffro, e più sano mai s’è visto,
e mi pare valente il tristo,
dono assai quando non ho niente, 9
e ho in uggia chi m’è benvolente,
son fino amante senza amare,
mi perdi se mi vuoi acquistare. 12
Vado da chi non vuol chiamarmi
e gli chiedo, e non ha che darmi.
Sono in gamba come Jaufré, 15
che così so pensare a me:
m’alzo invece di coricarmi,
canto invece di lamentarmi. 18
Mi raggira e mi fa corona
follia, che so più di Catone.
Alla coda le giro il freno 21
se uno più folle non mi tiene,
che lo stesso senno m’ha fatto
saggio e mi fa ora fare il matto. 24
Son stato amante un certo tempo
senza inganno con tradimento.
Con orgoglio ho chiesto mercé 27
tanto per altri che per me:
contro voglia riuscire credo,
ciò che non voglio darmi chiedo. 30
C’è una donna, non voglio parli
con me, né smetta d’affannarmi.
Mi volesse a letto con sé, 33
quasi quasi vi giuro che
me ne farei molto pregare,
ma non è cosa da spregiare! 36
Mi facesse del bene lei,
un buon pretesto troverei
per cessare il servizio allora: 39
ma questo lo fanno i peggiori,
con viltà credono innalzarsi
e valer più col peggiorarsi. 42
Non so di che ho fatto canzone
né come, se non mi s’espone,
perché tante sciocchezze ho in mente 45
che di me non capisco niente:
quella m’ha fatto vaneggiare
che amico non mi vuol chiamare! 48
Con scaltrezza credo parlare,
ma così mi faccio spiare. 50
Lei potrebbe nel senno farmi
tornare, si degnasse amarmi. 52
Testo: Sämtliche Lieder des Trobadors Giraut de Bornelh, hrsg. von Adolf
Kolsen, Halle, Niemeyer, 1910-1935; cfr. anche Ruth Verity
Sharman, The cansos
and sirventes
of the Troubadour Giraut de Borneil: a Critical Edition, Cambridge,
University Press, 1989.
Testo da rivedere
(qui ho seguito senza modifiche quello di Kolsen) e tra-
duzione provvisoria.