Marcabruno, Al prim comens de l'ivernaill
Sul limitare dell’inverno,
che dai boschi piovon le ghiande,
voglio si tenga 3
pari a Virtù chi non traligna,
e che ad essa sia sempre pronto
come se fosse tempo d’erba. 6
E quando il vile si lamenta
vedendo il freddo e le paludi,
gli mostri i denti 9
per non darsi a viltà ed a traffici,
che in estate chi non ha veste
può andar nudo senza uno straccio. 12
Costoro fanno il viso languido
la sera, pieni e ben pasciuti,
bevuto il vino, 15
e se ne scordano al mattino,
ma giura, il culo-nella-cenere,
mai così a lungo non s’è visto. 18
Giovanotti di bell’aspetto
vedo ingannati da Viltà
che van vantando: 21
«Mille prove di ciò quest’anno
daremo, nel tempo fiorito!».
Ma resta lì il rumore e il vanto. 24
Questi hanno l’uso del poltrone
che dice appena arriva a luce
rifà la casa, 27
poi, quando è là, chi lo sollecita
non avrà affatto da lui ascolto:
lui non ha mai piallato un legno. 30
Ammogliati, i migliori al mondo
sareste, ma vi fate amanti,
e ciò vi danna, 33
e anche le fighe così vanno,
e perciò Gioventù è sbandita
e voi vi chiamano cornuti. 36
Poiché vi vedo falsi entrambi,
s’unisca con voi l’intrigante
dal becco aguzzo: 39
non fa la merda al concio puzzo.
Come cima nella radice
vedo Viltà la figa chiudere. 42
Del danno il merito e del traffico,
che sia da dove sia venuto,
l’hanno i mariti; 45
volentieri gliel’ho concesso,
perché gioia ne è ben goduta
e il donare un po’ mantenuto. 48
Bene o male hanno il sopravvento,
che si dà vinta Gioventù;
chi vale più 51
di che grattarsi ha sì e no,
che ne ha fatto grida sguaiate,
di mille buoni, uno che ha avuto. 54
Poiché un potente vale poco
se guarirci non sa un singhiozzo
od una tosse, 57
gli orfanelli son scrofolosi:
donando, dice Marcabruno,
guarirebbero i grandi i poveri. 60
In Castiglia ed in Portogallo
non m’hanno dato altra salute
che «Dio lo salvi!», 63
ed altrettanto a Barcellona:
ora che ho perso il Pittavino,
sarò ormai come Artù perduto? 66
Qui in Guascogna, vicino a Ossau,
m’han detto cresce un ragazzino:
sarò da lui, se son perduto. 69
Testo: Lucia Lazzerini, Un caso esemplare: Marcabru, IV, Al
prim comens de
l’ivernaill, «Medioevo Romanzo», XII, 1992, pp. 7-42
(di cui seguo in massima
parte l’interpretazione).
9 Soggetto è chi non traligna del
v. 4.
18 Il culo-nella-cenere (·l
senros acropitz, ricostruito con un sintagma
di stile
marcabruniano) è colui che se ne sta accanto al fuoco.
19 Intendi: che non si è fatto vedere da
lungo tempo, che non c’era.
40 Il concio è un sinonimo toscano
di ‘letame’.