Marcabruno, Bel m'es quan la fueill'altana
Mi rallegra
quand’è in alto
la foglia sul
ramo,
e si sgola
l’usignolo
giù fra i
ramoscelli,
e all’albore
il bosco freme
del canto che
trilla. 6
Ogni uccello
che ha sana
voce si dà al
canto,
e s’impegna
anche la rana
presso la
sorgente,
la civetta col
compagno
se non altro
brontola. 12
Queste
creature vane
d’amore
s’uniscono;
la loro gioia
va in piano,
e la nostra
zoppica,
che noi, chi
più può più inganna,
così andiamo
in vacca. 18
Il vigliacco
lingua torta
che di frode
trama
con menzogna e
con inganno
distrugge e fa
il vuoto,
e perciò amore
sicuro
non c’è senza
ruggine. 24
Gioventù
tradisce e inganna
e Donare
pencola,
e si sa per
cosa certa
che Valore
svicola,
e Viltà
s’impone sopra
la madre e la
figlia. 30
Da una ciuca e
una balzana
venne questa
lite,
da lontano
nacque e cresce
questa
meraviglia:
chi è
mostruosa più e più incanna
dentro la sua
borsa? 36
Peggio è amore
che puttana
se ingannando
piglia,
è crudele e
scotta e è insipido,
ed è caldo e
freddo,
tinge i panni
e inzafferana
a quello che
striglia. 42
Sta genìa
falsa cristiana
che in peccato
s’agita
verso il
Khorassan infine
rivolge il suo
sudicio:
battezzarsi
nel Giordano
le sembra un
pericolo. 48
Testo: Simon Gaunt,
Ruth Harvey, Linda M. Paterson, Marcabru:
A Critical Edition, Cambridge,
D.S. Brewer, 2000.
Testo e
interpretazione sono ancora da chiarire, o comunque non
mi sono chiari, in molti punti. Confesso di avere tentato questa
tradu-
zione largamente ipotetica perché affascinato dalla seconda e
terza
strofa, che mi erano diventate un ritornello mentale.