Peire d'Alvernhe, Abans qe.il blanc puoi sion vert
Prima che i
bianchi colli verdi
siano e
vediamo il fiore in cima,
che gli
uccelli al canto si negano,
che contro il
freddo non si scuotono, 4
voglio parole
nuove tessere
d’un vers che intendano i migliori:
tra i buoni il
bene cresce e appare. 7
Perciò vorrei
al tempo verde
mostrare un vers d’arte eccellente
ai valenti cui
va il sapere,
che questa
gente poco provvida 11
non sa
affatto, e vuole innalzarsi,
che il senno,
chiunque l’insegni,
senza buon
cuore non migliora. 14
Dentro è
putrida e sembra verde
una vile gente
che biasima
tutto ciò che
Diritto amò,
e non ci fanno
star sicuri: 18
Dio, ce n’è in
loro da riprendere!
Non ci tennero
il dito mignolo
molti a cui
odo pregio dare. 21
Nessuno al
mondo ha pregio verde,
se vuol dorare
e raschia l’oro,
e è stolto chi
con lui si mette,
vedendo che
non ne ha alcun bene; 25
che al bisogno
si può provare
amico a voce
senza amore:
‘donde non
vedi, non sperare’. 28
Chi vidi mai
giovane e verde
lo uccide ora
gente caina,
che vuole fare
il mondo cieco:
non vedo
stolto maschio o femmina 32
che al
compagno non dia dolore,
perciò il
frutto divien peggiore,
dolce aspetto
gusto d’amaro. 35
Sa far
mangiare l’erba verde
femmina che il
marito incolpa
perché il suo
vizio stia nascosto;
di qui nasce
la gente priva 39
di Pregio, che
non ne osa dire,
ma da mal
frutto mal sapore,
e i figli non
sono da meno. 42
Così nascon
secchi e non verdi,
che
dall’inganno non riposano,
né da quando
Dio fece Adamo
non tenne
porta tanto aperta 46
Bugia, che ne
fa tanti entrare
che i lupi
sono ora pastori
che il gregge
avrebbero a guardare. 49
Gran-voglia ha
ucciso Pregio verde,
che ai baroni
insegna la scherma,
da cui s’è una
gran voglia accesa,
un ardore che
è manifesto 53
di cui molti
potenti ardono;
credon trar
Pregio da vile opera,
ma senza Dio
non l’ho mai visto. 56
Testo: Pietro G.
Beltrami, «Er auziretz» di Giraut de
Borneil e
«Abans qe·il
blanc puoi» di autore incerto: note sulla rima dei trovatori,
«Cultura neolatina», LII, 1992, pp. 259-321.
Poesia di autore
incerto, attribuita nei mss. a Peire d’Alvernhe o,
con minore verosimiglianza, a Giraut de Borneil. Molto vicina,
comunque,
allo spirito di Marcabruno, e dunque non di molto posteriore
alla metà
del secolo XII.