il purgatorio del beato Pietro
Un ciondolo da nulla [1989]
Il pasticcio [1991-1993]Questa pipa leggera... [1991]
Serata in casa con divinità [1992]
Alla musa [1993-94]
Esercizio dal vero [1994]
Epicuro guidando l'automobile [1993-94]
Colpo di vento [1994]
Il purgatorio
raccoglie ed allinea in una ‘storia’ (che comincia così così e finisce come
può)
poesie scritte dopo il Solstizio
d’inverno, fra il 1990 e l’inizio del 1995 (con un recupero di vecchi
versi scritti troppo tempo
prima).
Sono edite nell’Immaginazione del 1992 (per iniziativa di Romano Luperini) Esercizio dal vero,
Madrigale d’anniversario, La
borsa e Questa pipa leggera.
L’Inizio
del discorso di Catone si legge nel risvolto della prima pagina bianca
degli Strumenti
della poesia: nel
testo inviato per la stampa stava nel frontespizio, ma si può capire perché
l’editore
l’abbia pudicamente spostato in posizione meno visibile.
Nei testi, raccolti nel 1991, ho apportato
un ritocco nel 2007.
Non sto a dichiarare, salvo eccezione, le
allusioni, citazioni, riprese di versi (e prose) altrui:
ovviamente ce n’è
più d’una.
I gamberi (da Apollinaire)
La deliziosa poesia di Apollinaire, L’écrevisse (nel Bestiaire), suona così:
Incertitude, ô mes délices
Vous et moi nous nous en allons
Comme s'en vont les écrevisses,
À reculons, à reculons.
inizio del discorso di Catone
Questi versi, che dovevano far parte di una
prima redazione del pasticcio, furono
scritti la prima
volta su una copia della prima edizione della mia Metrica italiana inviata a Bice Mortara
Garavelli.
Brindisi a Jean Robaey
La stazione
superiore è propriamente quella di Potenza Superiore, dove la poesia è
stata scritta
avendo in mano, di Jean Robaey, lo squisito volumetto Quello dei viaggi («Tam Tam» 43/B,
1985).
Avessi già letto la sua Epica,
forse avrei dato dell’amico poeta un’immagine diversa.
Il pesce di Montale
L’epigramma su Montale, composto nel 1979,
si riferiva a un episodio di qualche anno prima: quando
egli presentò Satura alla Scuola Normale di Pisa, ebbi
la ventura di cenare davanti a lui, e mi toccò il
piatto preparato per lui
espressamente e da lui rifiutato. L’epiteto di ‘poetino’, che mi è caro, è stato
usato per me, scrivendo della mia Metrica
italiana sulla Gazzetta di Parma nel 1991, da Marzio Pieri:
il quale ha
aggiunto di suo che il pesce fosse «un pesciaccio di latrina». La risposta è
del 1993.
San Gaudenzio e le vipere
La casa di cui si parla si trova a Ossero,
all’estremità dell’isola di Cherso, nel Quarnaro, dove vi si
congiunge l’isola
di Lussino. Le due isole sono prive di vipere: che se le sia mangiate San Gaudenzio
non appartiene a una tradizione locale, ma al mio ‘lessico familiare’.
il pasticcio
La Scuola
è la Scuola Normale Superiore di Pisa.
La
signora Costa fu la mia
insegnante di Scienze al liceo Paolo Sarpi di Bergamo (le lasciai credere che
sarei andato a Chimica, e ci guadagnavo dei bei 9).
La canzoncina su Altafini (che allora
giocava nel Milan) si cantava davvero, con i miei compagni delle
elementari a
Milano; ce ne erano naturalmente varianti con altri nomi, in vituperio di
altre squadre.
Lo sberleffo ad una poesia del Pascoli non
è mio, ma non sono mai riuscito a ricordare dove l’ho letto
(qualcosa di Arbasino?).
Quanto a Lincoln, la fonte anch’essa
dimenticata potrebbe essere la «Settimana enigmistica».
I versi su Guerrico il Biondo traducono letteralmente Bertran de Born.
Serata in casa con divinità
La lezione sugli Albigesi allude all’Eresia catara di Pirandello,
che ogni accademico dovrebbe imparare
a memoria.
Esercizio pedestre e Volo
di giorno
sono fogli di diario di due viaggi in
Spagna e in Portogallo per ragioni accademiche.
Indomito, fiero...
è una poesia ambientata a Peschiera del
Garda.
Epilogo al cimitero sul mare
è una poesia ambientata a Nerezine (isola
di Lussino).