Macchinario d'amore
A Gigia, che se n'è andata
A Billa, che ci consola
Quella piccola anima che tengono
nascosta in corpi piccoli, così veloci,
le gatte se la portano dove vogliono
e ne sono proprietarie gelose,
e fanno appena scintillare gli occhi
nell’oscuro d’un orto, dietro un
cespuglio,
scoccando un lampo a chi le cerca, un
segno
dell’affetto che han dato e che hanno
tolto.
Per loro il tuono è ancora un dio, lo
schianto
d’un ramo sotto il piede una minaccia
che irridono involandosi in un niente,
e tutte le passioni e i tormenti
che scoppiano in questo macchinario
d’amore
non sono che tempeste in un bicchier
d’acqua.