Giraut de Borneil, Can brancha.l brondels e rama


Quando il ramo ha nuove fronde

nei giardini e l’erba spunta,

al mattino ho caro il canto

tra le siepi d’usignolo,

che mi sveglio di buon’ora

come lui e son franco e gaio,

che mai tanto fui in pensieri

che l’estate

molto più non mi giovasse

del tempo senza più frutto.

 

E coi gridi e con gli strepiti

d’uno piani e d’altro ripidi,

buona m’è questa stagione;

perché gioia a brutti e a buoni

ne vien fuori, e s’innamora

chi non ne patì in inverno.

E io che m’ero estraniato

dal piacere

mai sentii me, dopo nato,

quanto adesso innamorato.

 

Che così a voce mi chiama,

come già i buoi Bertalai,

Amore, e più non mi dà,

per cui il cuore ne ho trafitto.

Se aiutarmi non gli va,

non so reggerne più il peso,

che un volere smisurato

raddoppiato

mi s’è ch’ami, voglia o no,

lei cui è dura esser vicino.

 

E però niente m’affama

quanto il suo amore né pasce,

che nel male che mi turba

dimagrisco e poi ingrasso.

E sapessi quando mai

potrò correre a pregarla,

soffrirei l’affanno in pace,

e sappiate

che con meno può appagarmi

che voi credere possiate.

 

Perché amico che ben ama

prenda il meno e punti al più,

e finché chiede e argomenta

parrà folle se s’attrista,

che può giungere a un tal punto

che tristezza cada in gioia,

ed avendo rimandato,

pur forzato,

terrà certo fra le braccia

ciò che ha più desiderato.

 

Pare a voi, chi assai reclama,

la sua gioia non ne abbassi,

e chi un torto non perdona,

che fedele sia e sincero?

Ah, Dio! se non io, chi mai,

che per nulla mi scacciò

lei a cui m’ero concesso?

Ed il bene

ch’ebbi tanto m’è cambiato

che mai più son stato amato.

 

Se mi lascia nella fiamma

lei a cui m’attirò il cuore

quando andai verso Ascalona,

ne sarò più scoraggiato,

e non mi varrà una mora

far sonetti e volte e lai,

anzi son determinato

che alla svelta

torni a fare il letterato

e sia il canto abbandonato!

 

Ma purché, donna, accettiate

e vogliate

ascoltar le mie preghiere,

cambierò presto parere!

 

Tardi-impresi, e voi sappiate

ch’io amo, mentre guerreggiate!

 

 

    Testo: Sämtliche Lieder des Trobadors Giraut de Bornelh, hrsg. von Adolf

Kolsen, Halle, Niemeyer, 1910-1935; cfr. anche Ruth Verity Sharman, The cansos

and sirventes of the Troubadour Giraut de Borneil: a Critical Edition, Cambridge,

University Press, 1989.

    Ad Ascalona, in Terrasanta, Giraut avrà probabilmente seguito Riccardo Cuor

di Leone, che la assediò nell’agosto del 1191. Secondo Sharman, la poesia è stata

scritta dopo il rientro in patria, per l’accenno alla possibilità di tornare a fare il

letterato (al mester dels letratz: tale è chi conosce, pratica o, come probabilmente

nel caso del nostro, insegna il latino); ma Tardi-impresi (Tart-s’i-pres, ‘tardi ci si mise’,

‘tardi si decise ad agire’), a cui è rivolta la tornada, dovrebbe essere Riccardo, di cui

fu a più riprese sottolineato, da più trovatori, il ritardo con cui si decise a partire per la

Crociata dopo essercisi impegnato; e non è probabile che Giraut gli si rivolgesse con

questo soprannome dopo il ritorno dalla Crociata, quando Riccardo era prigioniero

del duca d’Austria (21 dicembre 1992 - 2 febbraio 1194). In ogni caso Tart-s’i-pres è un

passato, e perciò non può riferirsi, come Sharman ritiene più probabile, alla dama

«characteristically slow in fullfilling her promises».

    Sonetti (sonet) significa ‘melodie’ (ma non è male mantenerlo nella traduzione, a

ricordo del significato originario prima dell’italiano ‘sonetto’); volte (voltas) sono passag-

gi delle melodie liriche; lai (lais) è un genere musicale.

    Nei primi due versi della seconda strofa rendo imperfettamente E can cest crid’e cel

brama ‘e quando questo grida e quello strepita’ l’us drech e l’altr’en biais ‘uno andando

dritto, l’altro di traverso’, che sembrano notazioni musicali, riferite al canto degli uccelli,

che in un caso procede con scarse variazioni di altezza (drech), nell’altro innalzandosi

o abbassandosi rapidamente (en biais).

    All’inizio della terza strofa (C’altressi·m son’e reclama, / com fetz los bous Bertalais, /

Amors... ‘ che così Amore mi rivolge la parola e mi chiama imperiosamente, come Bertalai

chiamò i buoi’) resta oscura l’allusione ad una qualche storia data per nota. La stessa

allusione si trova, altrettanto oscura, in Gen m’aten dello stesso Giraut, in un sirventese

di Isnart d’Entravenas rivolto a Blacatz e nell’anonimo Lai Markiol.