Bertran de Born, Senher en coms, a blasmar
Signor conte, biasimare
vi si deve, è sicuro,
che non ci osaste andare,
quando lei lo voleva,
alla donna a parlare:
e in giudizio in Catalogna
io per voi ne ho vergogna,
che v’ha atteso inutilmente.
Non s’attarda un vero amante,
se arriva un messaggero,
deve pensare a andare
ed a mettersi in via,
che non si sa di donna
che fa né di che ha bisogno;
facilmente vuole unirsi,
e non deve in ciò accanirsi.
E vedendo che il giullare
vostro da lei veniva,
non era da restare
per aver Normandia!
Foste voluto andare,
fra la Loira e la Dordogna
non vi spaventava niente,
né l’avreste avuto a mente.
Ma potete ora provare
se io dicevo il vero,
che non si deve amare
come amante un signore.
Hanno tanto da fare
che l’amore li respinge:
io non voglio aver Borgogna
se non temo ed ho a celare.
Io non voglio esser barone
e nemmeno un riccone,
che poi di villania
mi si possa accusare,
ma ridere e scherzare
con madonna che m’inviti,
molto più che governare
la Bretagna o la Guascogna.
Volgo il mio canto ad Aimar,
che ne sappia il suo onore,
che gli appiani il signore
la poca Lombardia.
Tanto ben corteggiare
sa che non cambia o ha paura
di minacce, ma ben cura
Limoges e la trincera.
Se il conte Jaufré non fugge
avrà il Poitou e la Guascogna
pur se non sa corteggiare.
Edizioni: Carl Appel,
Die Lieder Bertrans von Born, Halle,
Niemeyer, 1932;
Gérard Gouiran, L’amour et
la guerre. L’oeuvre de Bertran de Born, Aix-en-Provence,
Université de Provence, 1985.
Canzone con vari
punti oscuri e non risolti. Probabilmente si tratta dell’
assedio di Limoges del 1183 (Kastner), durante la guerra fra
Enrico II e il figlio
ribelle, dalla cui parte sta il poeta. Il mancato soccorso da
parte di Goffredo di
Bretagna è presentato ironicamente come un attacco di viltà in
amore, il mancato
accorrere da una donna (in cui sarebbe adombrata la città), che
pure ha fatto capire
di essere vogliosa (con allusioni, nel testo, piuttosto
esplicite). Più oscura ancora
l’ultima strofa, che manifesterebbe la chiave dell’allegoria:
Aimar di Limoges
resiste ancora, diversamente dal conte Goffredo che non lo
soccorre. Non è
chiaro se nostre senher sia il re, che potrebbe
distruggerlo, oppure, come intendo,
Dio, che nell’augurio del poeta dovrebbe mettere in pace il suo
territorio in rivolta
(la Lombardia era all’epoca in rivolta contro l’imperatore):
solo che car è proprio
la parola di interpretazione più opinabile e meno sicura. In
queste condizioni la
traduzione è più un primo approccio per capire che l’espressione
di un’interpreta-
zione da proporre.
Quanto alla
Catalogna, anche altrove (in Ges de disnar) Bertran ha citato le
donne catalane come esempio di nobiltà e cortesia in amore.