Giraut de Borneil e Alfonso II d'Aragona
Be me plairia, senh'en reis
Mi piacerebbe, signor re,
se un po’ di tempo per me aveste,
che dirmi il vero vi piacesse,
se pensate che il vostro amore
faccia a una donna tanto onore
quanto d’altro buon cavaliere,
e non sentitevi assalito,
ma rispondete francamente!
Giraut de Borneil, se da me
non mi difendo col sapere
che ho, so dove andate a parare.
Ma mi sembra che folleggiate,
se pensate che essendo un grande
valga meno da vero amante!
Un denaro potreste allora
comparare a un marco d’argento.
Dio mi salvi, signore, credo
di donna che vuole valere
che non inciampi per avere,
né che un re né un imperatore
si voglia per amante prendere:
non le giova, così mi pare,
che voi, grand’uomini arroganti,
volete solo il godimento.
Giraut, non è meglio se il grande
la sua signora onora e teme
e le unisce cuore e potere?
E quando lei l’ha per signore,
l’apprezza meno perché vale,
se non ci trova oltraggio e male?
Che si suole in proverbio dire
che chi più vale più meglio prende.
Signore, guasta il corteggiare
perder pensieri e buon attendere:
val troppo, prima del giacere,
l’essere un vero puro amante.
Ma voi grandi, essendo maggiori,
volete il giacere all’istante,
e donna ha cuore assai leggero
se ama chi affanno non ci spende.
Giraut, troppo alto non mi sento
nel conquistare una signora,
ma nel suo amore mantenere
metto la forza ed il valore.
Se i grandi sono ingannatori
né aman più oggi come ieri,
non date retta ai maldicenti,
perché io amo lealmente!
Signore, il mio Solatz de Quer
vorrei bene e don Topiner
che ora amassero le signore.
Giraut, sì, d’amore leggero!
Ma non cercate a me uno pari,
perché cento volte ora ho vinto.
Testo: Sämtliche Lieder des Trobadors Giraut de Bornelh, hrsg. von Adolf
Kolsen, Halle, Niemeyer, 1910-1935; cfr. anche Ruth Verity
Sharman, The cansos
and sirventes
of the Troubadour Giraut de Borneil: a Critical Edition, Cambridge,
University Press, 1989. Cfr. Costanzo Di Girolamo, I trovatori, Torino, Bollati Bo-
ringhieri, 1989, con traduzione e commento.
Divertissement fra Giraut de Borneil e il re Alfonso II d’Aragona
(1154-1196), grande
protettore di trovatori e poeta lui stesso (resta una sua
canzone d’amore), datato da
Kolsen entro gli anni 1169 e 1175, da Pattison al 1170, da
Panvini al 1172, e in realtà privo
di elementi di datazione, soprattutto se non si identificano i
due nobili citati nella prima
tornada. È in ogni caso senza fondamento l’idea che sia stato scritto
dai due interlocutori
poco dopo la partenza di Giraut dalla corte di Raimbaut
d’Aurenga, di cui si dice alla fine
di Ara·m platz, Giraut de Borneil (la ‘corte
reale’ poteva essere un’altra, e alla corte di
Alfonso Giraut potrebbe essere andato più volte).
Il tema è se sia
lecito o meno che una donna ami uno socialmente superiore a lei
anziché uno inferiore; a parte le interpretazioni sociologiche,
una ragione che più volte
emerge dai testi è che una che ama un grande signore è, o può
essere sospettata
d’essere, una donna venale.
Non si sa chi siano Solatz de Quer (Di Girolamo pensa
dubitativamente al conte Ruggero
di Foix), e Topiner
(che, nota sempre Di Girolamo, significa ‘vasaio’), i due nobili che,
sentito il re, Giraut dichiara ‘abili’ ad amare benché grandi
signori (può, ma non neces-
sariamente, essere ironico).